Un pensiero personale contro i mille che ci hanno sommerso su Franco Battiato
Quando muore un personaggio importante, o ritenuto tale, si scatenano i coccodrilli e gli apprezzamenti di chi “deve” per forza dare la propria opinione. In modo speculare si esaltano quelli che del soggetto in questione poco o meno di nulla sanno, ma anch’essi “devono” mostrare il loro disgusto, quasi sempre accoppiato a qualche nome di loro estremo gradimento a confronto.
Questo accade con attori, registi, musicisti, sportivi, politici. Accade sempre : una nemesi. Per questo, in tutta franchezza , non amo esprimere la mia visione in questi casi : si rischia seriamente di schierarsi con l’una o l’altra fazione, cui non mi sento mai di appartenere. L’amico Beppe mi pungola a dare qualche riga, come minimo, per Franco Battiato, scomparso un paio di giorni or sono.
Credo che potrei distinguere il mio ricordo in due sezioni : quella strettamente musicale, dunque legata alla opinione personale, e quella professionale, in ricordo di quello che molti anni fa, mi accadde di fare con il siciliano.
Il mio personale giudizio sulla opera di Battiato è strana e controversa a me stesso. Non l’ho mai apprezzato all’inizio, trovandolo noioso e concettuoso, l’ho evitato e ascoltato con saccenza e superficialità per diverso tempo, salvo ammettere, poco per volta, di aver imparato ad apprezzare certe sue canzoni a metà tra il pop e lo sperimentale. Soprattutto furono i testi, corrosivi, spesso sfrontati e molto diretti, ad attirare la mia attenzione. Devo dire di averlo conosciuto tardi, rispetto alla sua discografia, ma di aver recuperato scegliendo qua e là tra brani lirici e romantici e canzoni a doppio senso, ironico e sfacciato.
Mi piaceva “quel” Battiato che mi ero selezionato scegliendo le cose più prossime al mio gusto. Provai anche ad immergermi negli album interi, trovando cose veramente degne di nota alternate ad altre, per me, meno attraenti. Ho saputo ascoltarlo.
Poi il lavoro, i rapporti con il suo manager, un signore gentile e estremamente puntuale nelle richieste e nelle concessioni, affiancati dai rapporti con la casa discografica. Ho fatto diverse cose insieme a Battiato, ma ne ricordo due in particolare che mi inorgoglirono e che non ho visto stranamente riportate da nessuno dei “cantori” delle sue gesta. Dico stranamente non tanto perché sia stata la struttura televisiva dove ero responsabile, ma perché furono proprio due episodi rilevanti. Il primo fu un concerto per la Pace eseguito in Piazza davanti al Duomo di Assisi, sul grande prato che sta davanti alla chiesa.
Il secondo fu decisamente più complesso da organizzare ma fu una occasione molto particolare che, ricordo, ebbe una buona eco sulla stampa, grazie specialmente all’impegno del suo management. Nel 1991 scoppiò la guerra del Golfo, i bombardamenti contro Saddam. La rete musicale dove lavoravo era sempre stata sufficientemente attenta a problemi sociali, per cui mi vennero fatte due proposte : una era da parte dei tre sindacati che volevano, come poi fecero, organizzare un grande concerto per la Pace…ma senza spendere una lira per i cachet degli artisti. E la soluzione più facile era chiederlo a qualcuno che, non facendo parte delle confederazioni, si fosse preso la briga di diventare scemo a convincere un po’ di cantanti a presenziare. La cosa venne fatta, con tanto lustro di chi non ci perse un solo minuto della sua vita e una fatica bestiale da parte mia. Ma comunque funzionò.
Battiato, qui, non venne coinvolto. In compenso, credo alcuni mesi dopo, mi venne proposto di portare la nostra struttura produttiva a Baghdad per organizzare un concerto nel teatro principale della città. Io dovevo solo assicurarmi che il nostro team operativo fosse ben strutturato; a tutto il resto avrebbe pensato il management di Battiato. Ricordo perfettamente che mi guardai bene dallo scegliere di partecipare fisicamente : non avevo alcuna fiducia nell’andare a produrre in quel paese e in quel momento, ma ricordo anche che, con una decisa dose di incoscienza, molti dei miei fecero a gara per partire.
L’unica pecca di quel progetto coraggioso fu che il teatro era così anonimo che avremmo potuto essere ovunque e che non ci permisero neppure di girare qualche esterna per dimostrare che eravamo davvero lì. I tappeti su cui Franco era seduto erano l’unica cosa che ci faceva pensare all’Oriente… i musicisti e il direttore d’orchestra, Giusto Pio, erano in frac; il pubblico partecipava ascoltando per la prima volta musiche e parole che forse non comprendeva. Però la cosa venne fatta. E credo sia stata una operazione davvero coraggiosa e creativa.
In questi giorni avrete letto di tutto, dunque non sta a me spiegarvi chi e come fosse il carattere del compositore Battiato. Credo che la sua attrazione per il medio-oriente e le culture locali, il suo mai nascosto senso del mistico la sua pacatezza ed educazione nei rapporti fossero le caratteristiche che più emergevano dal personaggio.
Che, come produzione, non potrà mai essere inquadrato in un qualsiasi cassetto, avendo spaziato su musiche e utilizzo degli strumenti assolutamente vario e spesso estremamente creativo. La sua eredità musicale ha condizionato e continuerà a farlo, molti suoi colleghi. La gentilezza e la puntualità degli accordi resterà rara, in un ambiente dove approssimazione e presunzione, saccenza, regnano sovrane.
Un paio di suoi testi continuano a rimbalzarmi in testa da qualche giorno. Credo ci resteranno per parecchio tempo. Come disse un tipo, un giorno… “non escludo il ritorno“.
Grazie Giancarlo. Ti ringrazio come se questo tuo ricordo fosse per me un farmi le condoglianze. Consentimi.
Perché per me Battiato è stato un faro, una specie di presenza che, da un concerto che vidi nel ’94 a Taormina (quasi verso la fase finale dell’arrangiamento orchestrale delle sue composizioni) e che mi folgorò letteralmente, mi ha accompagnato per tantissimi anni, sebbene smisi di seguirlo da L’Imboscata in poi perché non ho amato più il suo taglio compositivo.
La sua morte ha chiuso in me un ciclo di una parte davvero importante della mia vita, iniziato proprio quel 15 luglio del 1994 a Taormina al Teatro Antico.
Scoprire, attraverso il tuo ricordo, che dietro l’organizzazione di quel meraviglioso concerto di Baghdad c’eri tu mi riempie di gioia, che ti devo dire?
Sapere della stima artistica e professionale verso il mio caro e compianto conterraneo mi fa molto piacere. E, un po’ parafrasando ciò che disse Qualcuno quando disse che non necessariamente si deve conoscere l’intera Opera di un artista per apprezzarlo, non credo sia necessario apprezzare l’intera Opera di un artista per avere stima di quell’artista.
Non ho modo di ringraziare Beppe per averti suggerito di scrivere due parole sul mio caro Battiato, almeno in questa sede, per cui ti prego di fargli avere – se vuoi, se puoi – il mio ringraziamento.
Perché pure quello… lo stupore di vedere tutto ciò per mano di due vecchi rocker/metallers è pari al piacere di averne letto. Ma voi si sa: siete due persone di quelle ormai non ce ne sono più, tra le giovani “leve giornalistiche”.
Grazie, davvero.
Ciao Egidio, intanto grazie di aver apprezzato un mio semplice pensiero. Il filo di polemica l’ho nascosto all’inizio della mia riflessione… per lavoro hai la possibilità di incontrare e scegliere di fare molte cose. Tante , se avessi potuto, le avrei evitate, molte sono orgoglioso di averle portate a termine. Spesso prendendomene la responsabilità e facendo spendere denaro alle mie aziende denaro che io ritenevo, in buona fede, essere assolutamente da spendere. Spesso ripenso alle cose che, per fortuna, un po’ di intuito, e casi della vita, sono riuscito a fare e mi domando perché ad alcune non sia stata data l’eco che avrebbero meritato. Non mi fraintendere : non perché le avessi fatte io e mi sentissi in cerca di gloria, ma proprio perché erano e restano oggettivamente belle e importanti. Mi piacerebbe parlarne…ne ho fatto cenno in un paio di introduzioni nei programmi radio che sto registrando…ma ho un blocco che talvolta mi impedisce di approfondire, di raccontare certi retroscena, certe situazioni difficili da spiegare per cui tu credi fermamente in una cosa e la tua azienda ti va contro…salvo poi salire sul carrozzone del vincitore quando le cose vanno a buon fine. Ti ricordi la Melandri con la nazionale, certi giocatori e l’allenatore, nel 2006 ? Ecco…poi ricordi la Melandri sull’autobus a sorridere e farsi fare foto ? Ecco ancora : certe mie aziende sono spesso state così ed è quello che vorrei poter raccontare. Non il successo di una operazione coraggiosa, che mi venne proposta, che sposai dopo un nanosecondo, che sapevo essere stata rifiutata dalla rai e che venne derisa da chi, nella mia azienda, se ne prese gli onori millantandone l’ideazione. Io so di averla fatta e ne sono ancora oggi felice. E mi fa piacere che ci sia chi la ricorda con nostalgia e affetto. Grazie.
Gran bell articolo,come sempre,su.un artista omaggiatissimo post mortem..
Condivido con Giancarlo la disamina musicale..ascoltare un album intero ed apprezzarlo è cosa ardua..
Ma alcuni pezzi,tralasciando quelli pop piu famosi,si possono avvicinare davvero anche ai gusti degli hard rockers più incalliti.
Strani giorni,Il mantello e la spiga dal vivo diventavano dei tuor de force chitarristici di tutto rispetto.
Grazie Giancarlo.
De nada Paolo, grazie a te.
Testimonianza molto interessante.
Grazie. Per quanto “sfoltita” di quanto poi, in fondo, non sia giusto riportare…perché il buongusto spesso ti frena e ti impone di rispettare nomi e situazioni. E non sto parlando del Battiato… 😉
Ciao Gianca, scrivi sempre molto bene .
…e tu sei sempre troppo gentile… grazie.