I Colosseum di Chris Farlowe, Dave Clempson e Mark Clarke tornano dal vivo e con un nuovo cd Restoration. E sorprendono.
E così sono un paio di giorni che sto davanti a Google maps a cercare la via migliore per raggiungere Porretta Terme. Una piccola vergogna per chi ha organizzato le riprese del Soul Festival per anni e non è mai stato a verificare sul posto l’andamento della produzione televisiva. Pare che da casina mia ci vogliano quasi un paio d’ore, tutte su strade di montagna, ma per andare a vedere tre degli originali membri del gruppo inglese che meglio ha impersonificato la miscela perfetta di jazz e blues negli anni settanta, si fa di tutto e la cosa non mi spaventa.
Ad affiancare il Soul festival da tre anni, con una seconda organizzazione parallela, è arrivato il Prog Festival, interessante idea che ha portato, quest’anno, anche i Gong a suonare nel piccolo ma funzionale anfiteatro che è la fortuna e il vanto della cittadina.
La strada per Porretta è decente fino a San Marcello Pistoiese; da lì in poi è pura strada di montagna. Una fila di alcuni chilometri mi fa perdere un buon quarto d’ora. Immagino un incidente ed invece quando scopro che si tratta di un piccolo attraversamento pedonale con soggetti che passano da una parte all’altra della strada in una specie di minuscolo mercato, la mia attitudine ad affiancare nomi di animali da cortile con santi di diversa estrazione ha il sopravvento. Dove stanno i vigili urbani quando c’è da lavorare ?
Porretta è un paesino pulito, molto dignitoso, attraente a modo suo. Parecchia gente per strada, al fresco sulle panchine; impossibile non notare alcuni murales dedicati a grandi del soul… e il fatto che il punto di recupero dei biglietti acquistati in prevendita sia presso il Rufus Thomas Park mi fa capire che del festival sia stata fatta una buona operazione di marketing per tutta la città. Non accade spesso in Italia e devo ammettere che ci sia una intelligente visione in prospettiva in tutto questo. Trovare parcheggio è stancante quanto guidare la seconda metà del percorso ma un buco si trova.
Due passi servono sostanzialmente a capire dove si trovi l’anfiteatro e il box office. Escludendo i turisti per le terme e i residenti, chi se ne va in giro per il centro è diviso in due fazioni : anziani amanti del rock inglese che non demordono nonostante una incipiente pancetta, capelli bianchi e bermuda e che sfoggiano improbabili magliette a soggetto musicale talvolta scolorite dai lavaggi e che escono dai cassetti solo in occasione di un buon concerto e, gruppo a me inviso da sempre, “quelli con il pass”. Questi ultimi li riconosci immediatamente perché hanno al collo o una mezza dozzina di macchine fotografiche quando nell’era del digitale con una sola puoi fare di tutto, oppure circolano con t-shirts nuovissime, avute in regalo in qualche luogo precedente; chi è senza attrezzatura fotografica possiede una borsa dal contenuto ignoto. Si guardano intorno con scritto in faccia : “Possibile che tu non mi riconosca?” ed hanno una espressione di supposta superiorità concettuale che sta a marcare la distanza tra il popolo pagante e loro, con il loro pass appeso ben in vista sotto il mento.
Ammetto : per parecchi anni ho fatto parte del secondo gruppo di bipedi, ma giuro di non aver MAI circolato con il pass appeso ed averlo tenuto in tasca, facendo di tutto per non sembrare uno dei leinonsachisonoio. Ne riconosco un paio, che mi guardo bene dal salutare, d’altra parte sono troppo presi a impersonificare qualcuno di importante per accorgersi del mondo intorno a loro… Ma ad uno di quella fauna chiedo informazioni : è divertente vedere la faccia schifata con cui mi dona un paio di indicazioni.
Uscito da una sorta di alimentari dove la pizza viene chiamata crescenza e i due titolari sono più lenti di un bradipo sotto Xanax (non ho trovato luogo migliore ed il tempo per recuperare i biglietti è scarso), mi metto in fila davanti a un piccolo box in legno. Poi un gelato ed entrare al concerto è facile.
In un paese dove costruire teatri e sale da concerto pare impossibile, la soluzione adottata a Porretta è particolare : un piccolo anfiteatro da 5/600 posti a sedere, con un buon palco alla base e da dove seguire lo spettacolo ed ascoltare con una buona acustica è facile e ottimale. Mentre le gradinate si riempiono fino a capienza, mi rendo conto che solo la durezza delle gradinate in cemento mi ridurranno il sedere a una cosa piatta e dolorante, ma alla prossima occasione un cuscino…che avrebbe anche potuto essere previsto perbacco !... risolverà il problema. Mi piace il luogo : alle spalle del concerto alcune palazzine, intorno a noi quello che doveva essere un piccolo parco verde in salita, cosa che deve aver suggerito ai suoi tempi la soluzione delle gradinate. Se solo altre cittadine adottassero una soluzione pratica ed economica come questa, avere luoghi per la musica sarebbe molto più facile e diffondere il suono degli strumenti suonati da reali mani umane , dal vivo, con risultati alieni per la gioventù odierna potrebbe anche portare a meno… “Cornetti live”… in televisione con una mandria di ignoti assassini delle sette note a partecipare e qualche occasione in più per apprezzare la differenza.
Mentre stiamo per mostrare il biglietto, un simpatico gnomo si materializza : ha una larga camicia bianconera a motivi floreali, capelli bianchissimi, andatura dondolante e occhiali da sole. E’ Chris Farlowe, 81 anni suonati, cantante di blues e jazz dal 1962, con una carriera marcata dal passato con Alexis Korner, Atomic Rooster, varie avventure soliste e apparizioni in album fondamentali ma sopra ogni cosa voce dei Colosseum.
Farlowe abbraccia una signora che gli si butta letteralmente addosso e sparisce. Dopo poco passeggerà nel bar antistante il teatro all’aperto anche il resto del gruppo : vedo Mark Clarke, Dave Clempson e Malcom Mortimore il nuovo batterista, non un bimbo di primo pelo, che viene a sistemarsi il suo strumento. Per chi non avesse idea del suo curriculum, Mortimore, che ha il difficile compito di sostituire Jon Hiseman, uno dei migliori batteristi inglesi, un maestro del suo strumento, ha suonato con Arthur Brown, Ian Dury, Herbie Flowers, Gentle Giant, Tom Jones, Chris Spedding tra gli altri…un sostituto di qualità, direi. Le altre due nuove entrate sono Nick Steed alle tastiere, un session man con ottime frequentazioni ed un sassofonista, Kim Nishikawara.
Cerchiamo subito di chiarire cosa mi spinge ad attraversare l’Appennino : mi sono perso colpevolmente la formazione originale con Dick Heckstall-Smith perché altrove per lavoro, ai tempi. Riuscii e vedere la formazione con Barbara Thompson una ventina di anni fa, ma sopra ogni cosa ho amato fino alla consunzione del supporto in vinile sia Valentyne Suite che Live che ritengo due album imprescindibili per chi abbia amato il filone di blues rock inglese condito da forti venature jazz… e pensare che Hiseman, il capo, aveva sostenuto di non amare il doppio dal vivo al momento della sua uscita, perché...imperfetto… Ci sono altri dischi dal vivo in circolazione, sia di quell’epoca che delle varie riunioni, datemi retta : fate uno sforzo e portateveli a casa. Vi faranno star meglio.
I Colosseum rappresentano la vetta di una montagna di ottimi prodotti non fosse altro per la immensa qualità delle loro canzoni e per l’eccellente forza esecutiva. Con quei brani e quella tecnica, sarebbe stato impossibile non passare alla Storia !
Ricordo che un famoso e bravo produttore inglese a nome Eddie Offord disse a suo tempo che produrre i Colosseum fosse stato difficile per il peso dei sei elementi, tutti giganti del proprio strumento e in grado di non risultare secondi a nessuno… “E’ stato come lavorare con sei produttori!”, specificò. Raccontarvi chi siano stati i Colosseum è superfluo, basterà solo ricordare che se avrete voglia di andare a vedervi le frequentazioni e le varie formazioni cui i sei hanno dato vita capirete che andare a vedere un loro concerto era come andare a studiare in biblioteca la storia del blues rock inglese.
Dave Greenslade si è ritirato, pare, Hiseman è morto purtroppo nel 2018, Heckstall-Smith lo era già da tempo e Dave Clempson, nel corso dello spettacolo, dà la brutta notizia della morte di due amici, Hiseman appunto, cui aggiunge quella della Thompson, sua moglie, avvenuta esattamente un mese fa e di cui, sinceramente, non avevo notizia. A loro viene dedicata la splendida Valentyne Suite che viene eseguita nella sua integrità.
Ma se su Clarke, ottimo e fin troppo presente bassista, e Clempson, chitarrista dal buon gusto dalle illuminazioni improvvise non nutrivamo dubbi, quello che era il vero dubbio della serata era la possibilità di Farlowe di riuscire a reggere lo spettacolo. Il risultato è stato, in buona fede, sorprendente. Aiutato senza dubbio dalla classica tonalità più bassa della sua voce, Farlowe, ottantadue anni il prossimo ottobre, pur non potendo riprodurre la sua voce nei vent’anni, si permette di reggere più che degnamente il confronto con il microfono ed il suo passato, scherzando, sfottendo, ironizzando sulla confusione dei fogli dei testi che gli sono stati messi davanti, sedendosi di lato a tenere il tempo e partecipando attivamente nel corso delle lunghe sezioni strumentali : un folletto più largo che alto ma che è lucidissimo e ben presente. Sfido voi alla sua età a cantare intonati senza autotune e non risultare patetici : un grande davvero.
E’ lui il primo a piazzarsi dietro al banchetto dove viene venduto il nuovo disco dei nuovi Colosseum, Restoration, per firmare vecchie copertine e nuovo cd. Non una goccia di sudore e nessuna apparenza di stanchezza…solo la voglia di andarsi a mangiare una pasta ed un cappuccino, come specificato prima dell’unico bis, presentato da Clarke come… “una canzone che dovreste conoscere”… e parte Theme for an Imaginary Western, il bellissimo pezzo di Jack Bruce che nella versione dei Colosseum e dei Mountain aveva raggiunto le sue esecuzioni migliori.
Il concerto è una miscela della selezione di alcuni classici dei classici e di almeno cinque brani dal nuovo disco che ho appena preso e infilato in tasca. Da assimilare, ovviamente, ed altrettanto ovviamente non paragonabile alla superba qualità dei brani del passato, ma che tranne in un brano piatto e scontato, sembra avere ancora qualcosa da dire. Un disco da ascoltare certamente. Il brano di apertura…il cui nome purtroppo mi sfugge, sono anziano anch’io… è una bomba dove Clempson sfoggia una presenza micidiale, dieci minuti abbondanti iniziali di un pugno allo stomaco che toglie ogni dubbio sulla ora e quaranta che andremo a seguire. I cinque brani nuovi sono pasticcini tra le delizie delle vecchie composizioni dove la sola Walking in the Park mi sembra un po’ sottotono.
Ma Valentyne Suite, Lost Angeles…introdotta da Farlowe come “un classico dei Colosseum e sicuramente uno dei brani migliori che io abbia mai scritto!”… e Theme sono valse qualsiasi strada di montagna. Aver potuto vedere ed ascoltare ancora i pezzi con cui sono cresciuto è stata una emozione indimenticabile. Non so se potrò vedere ancora, in Italia…gli ultimi concerti italiani erano del 2005 se non mi sbaglio… Chris Farlowe, ma sono felice di poter vantare un gran bel ricordo.
Scendo con difficoltà le gradinate, il culo fa maluccio… e Chris è già lì, firma tutto e dice che “gli altri stanno per arrivare, aspettateli”. Gli passo il mio cd e con un inatteso groppo alla gola gli dico, quasi in un orecchio… “grazie per tutta la bella musica che ci hai regalato”. Prendo il mio pezzetto di cartone e plastica e scappo via. Vorrei abbracciare Clem Clempson per avermi regalato in Lost Angeles, sul disco dal vivo, una delle progressioni da solo più belle di quegli anni, ma mi spaventa stare troppo in mezzo alla calca e chissà quando arriveranno : mica hanno la vitalità di Farlowe, questi qua… e poi una… long and winding road mi attende.
Ma sono sicuro, dentro di me, che ci sarà una prossima volta. Grazie vecchietti, vi voglio bene. Mentre me ne torno tra i miei monti, dove un temporale sempre più vicino sfoggia lampi che illuminano a giorno le Apuane, va a finire che stanotte pioverà, dopo mesi.
Gian mi hai fatto piacevolmente rosicare, dipingendo l arrivo a porretta, il bar, la pizza i personaggi hai fatto in modo che anche chi legge sembra di vivere gli attimi prima del concerto. Evviva i colosseum , hai fatto venir la voglia di ascoltare l ultimo album grazie e un abbraccio
Dopo un paio di mesi dalla tua recensione ho ascoltato il loro ultimo disco e l’ho trovato molto buono. Il suono è meno sperimentale e ricercato, mancano quelle fughe strumentali tipiche degli anni settanta e di certo prof, ma il lavoro scorre piacevole, molto più duro nei suoni( quasi hard talvolta) e con una profonda melodia che permea tutte le canzoni. Lo ritengo aggiornato ai nostri tempi. Sulle loro capacità tecniche non voglio discutere perché sarebbe ridicolo e pura accademia: sono fenomenali. Mi piace e merita di essere ascoltato e acquisito.
Ciao Francesco, mi fa piacere che tu abbia avuto stimolo ad ascoltarti il nuovo cd dei cari Colosseum. Devo dirti che dopo diversi ascolti mi pare un album meritevole, senz’altro più al passo con i tempi…e non vedo come avrebbe potuto essere diversamente visto che alcuni brani sono firmati dai nuovi membri… ma sostanzialmente piacevole. Non me ne sono pentito, come te.
Ho organizzato il loro concerto in una tre giorni a Spinea (Ve) agosto 1976.
Ho le bacchette del batterista.
Vorrei sapere se sapete chi era.
Il vostro giornalista non sa fare sognare.
Forse sono rimasto ad armando gallo
Caro Roberto, sicuramente non so far sognare : me lo hanno detto quasi tutte le mie fidanzate. Quanto al batterista so perfettamente chi sia, ne ho pure fatto cenno. Ma dato che lo sappiamo noi due , direi che lo potrebbero sapere tutti quelli che dispongono di una connessione e sanno come fare una ricerca su Google. Inutile fare gli enciclopedici di questi tempi… Salutami Armando.
I Colosseum sono uno dei miei gruppi preferiti. Non sapevo di questa data, altrimenti avrei partecipato anch’io. Anche se temo che il rischio delusione poteva essere grande.
A mio parere JH di gran lunga miglior batterista di quegli anni, così come DHS miglior saxofonista. RIP Barbara.
Credo che non saresti rimasto deluso, anzi. E adesso che sto prendendo confidenza con il nuovo disco, aggiungerò che mi pare una buona cosa. Senza dubbio in studio si apprezzano di più i brani. Hiseman era senza dubbio un eccellente batterista, assolutamente dimenticato nelle citazioni dotte della critica.
Li vidi negli anni 70 a Torino al teatro Alcione che era stato la culla dell’avanspettacolo e a quell’epoca era stato convertito in locale di strip tease e dei primi spettacolino hard (che location singolare!). A differenza dei miei compagni di liceo che erano quasi tutti rockettari puri, io amavo molto il prog e il rock con venature jazz….soprattutto adoravo le formazioni che includessero i fiati….e amavo Dick che col suo doppio sax mi mandava realmente in estasi. Ormai(forse perché all’alba dei 67 sono inevitabilmente vecchio) l’unica musica che ascolto realmente è quella dei miti del passato. Poi sento anche quella odierna, ma tra sentire ed ascoltare c’è una bella differenza. Ultimi concerti pre lockdown sono stati Jethro Tull e Roger Daltrey….ormai qui a Torino non si vede più granché….magari Sangiovanni, Blando e altre porcherie del genere. Lunga vita a chi ama la VERA MUSICA
Ti invidio aver avuto la possibilità di averli visti nella formazione originale al completo… quanto all’età… beh siamo tutti ragazzini maturi…
Set list Colosseum 7 agosto 2022 Porretta Terme
No Pleasin’
Story Of The Blues
Need Somebody
First In Line
The Valentyne Suite
Stormy Monday Blues
Walking In The Park
Hesitation
A Cowboy’s Song
Lost Angeles
Theme For An Imaginary Western
—-
così tanto per sapere cosa hanno suonato, visto che non hai l’abitudine di procurarti la setlist….
Mi è molto dispiaciuto non aver potuto essere al concerto e leggendo la tua recensione ancora di più…
so long
Grazie 🙂 la voglia di allungare una mano e prendere la setlist c’è sempre e poi a Porretta sarebbe stato facile… è che volevo farmi firmare il CD da Farlowe ed è prevalsa quella. No pleasin’ è stato un eccellente inizio.
Purtroppo per esigenze lavorative li ho persi, ma possiedo il loro ultimo album che è sicuramente valido.
Speriamo ritornino tra i nostri lidi anche il prossimo anno.
Sono un grandissimo gruppo di musicisti, con un curriculum enorme e un mestiere spaventoso. Forse, come è giusto, manca il vigore giovanile, ma che immensa capacità di suonare cose belle, non scontate e attuali.
Bella recensione, ma come fai sempre e un po’ d’invidia perchè c’eri….
saluti
Sinceramente spero anch’io che ritornino. Per quel giorno avrò assimilato il nuovo disco e mi godrò di più il concerto…
Bravo Giancarlo. Perfetta recensione, azzeccatissima. Ero presente. Chris Farlowe è stato sorprendente anche per me e mio cugino che amiamo ì Colosseum dal tempo del Live. Mark Clarke è veramente bravo. Si sentiva “ tanto “ ma io sono un bassista e questo mi è piaciuto. Comunque note chiare e distinguibili. Lo ha apprezzato molto anche mio cugino che è un chitarrista, dicendomi : finalmente un basso che si sente e si sente bene. Su Clem che dire…!! È vero : il solo sul Live di Lost Angeles è oramai storico ( direi storicizzato ) e lo conosco a memoria ( su quel disco è bellissima anche Skellington ). Adesso Clem la suona con il bottleneck ( almeno in gran parte di questo tour e però non gli avevo mai sentito usare ). Per me lui rimane uno dei più grandi…non conosciuti ( e tornando al Live del 1971 la sua chitarra 🎸 continua a regalarmi brividi forse più di EC di quegli anni…!! Eresia ? Intendo dal 1970 – 1972 ). Ammetto però che conosco il suo lavoro solo con i Colosseum e con qualche gruppo sul Tubo. Spero di rivederli e sarebbe la quarta volta. P.s. : …questi anziani hai visto che lunga sfilza di date che hanno nel loro tour…prime e dopo Porretta ?! Fantastici.
Sì Davide : questi vecchietti hanno più voglia di suonare addosso di cento, mille ragazzotti di vent’anni… fare un disco a 82 anni è segnale che senti dentro ancora molto da dare. Sono stato felice di esserci stato e di aver apprezzato Porretta. Una giornata da ricordare… e… sì, in certi momenti Clempson era più lucido di Clapton, in chitarrista importante ma che forse andrebbe ridimensionato.
Grazie del contributo.
E’ giusto e consigliabile andare a quanti più concerti possibile di questi vecchi rockers, in modo tale da goderseli fin quando saranno in attività.
Poichè quando si saranno definitivamente ritirati (i Colosseum e tutti gli altri), allora saremo definitivamente fottuti.
Rimarranno i Cornetti live, come giustamente fai notare, Giancarlo.
Pensavo che non solo è doveroso andare a vedere questi giganti ma è importante anche rendersi conto di come siano attaccati alla loro musica. Credo che davvero la musica tenga vivi e stimolati uomini che stanno su un palco da decenni. Riflettevo su quante cose abbia visto e vissuto uno come Chris Farlowe, quanti paesi abbia visitato, quante delusioni e quanti piaceri abbia affrontato… e come possa trovarsi a suo agio davanti a 500 persone in un paesino della montagna bolognese a 82 anni il prossimo ottobre… Tutto questo è meraviglioso.