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SHORT TALK

The Last Bandit & Soul Survive Records: Rivive l’anima “fuorilegge” del R&R

Di 13 Novembre 202212 Commenti

Forse non è casuale che nell’euforico assalto di “Rattle My Snake”, al di là di esplicite allusioni, si respiri l’arsura del deserto dell’Arizona, fra vocalizzi che simulano ululati Sioux e l’effetto sonoro di un serpente a sonagli…E’ il Grande Spirito del selvaggio rock’n’roll che si perpetua anche nell’immagine dai riverberi western del Last Bandit, una leggenda di nicchia dell’underground italiano.
Da tempo immemore, si tramandano le imprese di una clamorosa stirpe che discende dagli Stones e dai gruppi della british invasion, cedendo il testimone a miti intramontabili del rock americano come i rivoluzionari MC 5 ed i trasgressivi New York Dolls, per attraversare i moti insurrezionali punk più affini al suono da “garage” e giungere infine all’ennesima rinascita: quella dell’insolente Scena delle Strade di Los Angeles, perpetrata dai celeberrimi Guns N’Roses e dai vari L.A. Guns, Faster Pussycat, Jetboy.
In qualche modo siamo ancora in tema di “nostalgia del rock degli anni ’80” – decisamente approvata dai nostri lettori – ed epigoni di quell’albero genealogico nascevano anche nelle nostre lande; ricordo che ai tempi di Metal Shock, c’era il compianto Klaus Byron che si occupava prioritariamente di rockers della Penisola, ma mi era ripetutamente giunta voce di un quartetto milanese che sembrava destinato a far saltare il banco: immagine killer, capelli lunghissimi (ma niente hair metal, nel loro caso), attitudine inequivocabile ed il fuoco della musica che bruciava dentro…Insomma, nessuna “posa”, autentici rock’n’roll desperados, in altri termini, The Last Bandit (N.B.: non si tratta della diramazione anni ’90 dei Dogs D’Amour) ! Peccato che non siano andati oltre due demo: “Vicious”, del 1989 e “The Blue Candy Daylight”, che chiude il parco delle incisioni nel 1996.

Oggi ci pensa una nuova etichetta, Soul Survive – soulsurviverecords.com – a restaurarli in edizione limitata (CD, 500 copie e 100 LP) a nome “Lost Tapes 1989-1996”.
E’ la dimostrazione che l’opera di recupero dell'”archeologia” musicale non deve intendersi esclusiva per gemme da collezione delle scene storiche egemoni (si pensi alle rarità inglesi o americane anni ’60 e ’70) ma può doverosamente estendersi a realtà marginali e più recenti, quantunque degne d’attenzione. Lo scopo della Soul Survive è rilanciare prioritariamente reliquie di evoluzione hard rock made in Italy che non meritavano di finire nell’oblio, su supporti ben curati anche a livello grafico.
L’avventura della label inizia assai bene con i Last Bandit di “Lost Tapes”: le undici tracce sono lodevolmente rimasterizzate e davvero lontane dall’inefficenza di registrazioni amatoriali messe in commercio per sfruttare l’onda lunga di gruppi di successo. Dicevamo dell’iniziale “Rattle My Snake”, che espone subito la voce roca ed abrasiva di Rudy, apparentemente “affogata” in una bottiglia di whisky ed il riff vizioso, ideale in questo contesto, della chitarra di Sergio, che si esibisce in un finale accelerato degno della memoria di Slash, epoca primi Gunners.

”Don’t Change My Blues” è un mid-tempo di fumante atmosfera da bar malfamato, con qualche richiamo ai primi Great White ed il torrido assolo di chitarra che mi ha ricordato un mito del rock duro americano, The Godz! Ed effettivamente i Banditi hanno gli attributi ed anche la cultura per riesumare “I Don’t Want To Go Home”, tratta proprio dal secondo album dei Godz, “Nothing Is Sacred” (1979), sfoggiando una vena soul che viene infine scavalcata dal veemente crescendo rock.
Il gruppo ci sa fare anche con le ballate, basti ascoltare la vena cruda e senza fronzoli, costellata da interventi di chitarra slide e cori femminili, di “Down To My Home”, degna erede degli spunti “romantici” della L.A. di fine Ottanta. Ed ancora l’anthem d’immediata presa “Young Rebel”, scandito dalla quintessenziale ritmica R&R (Rena, basso – e armonica!- Delgi, batteria).
Il materiale del 1996 è inaugurato dal loro motto/cavallo di battaglia trasformato in inesorabile power ballad, “Jesus Love The Bandits”. Chissà se i nostri sono a conoscenza che un singolo postumo di Iggy & The Stooges, edito dalla Bomp! nel 1977, si chiamava proprio “Jesus Love The Stooges”… Ma poco importa, perché il gruppo milanese merita pienamente di far suo quel titolo. E come declinare l’invito a scuotersi del rock’n’roll old-fashioned, con tanto di pianoforte da saloon, di “Down”? Inoltre l’armonica febbrile e la melodia intrigante di “High” svelano come nella fase più avanzata della loro vicenda musicale, i Last Bandit si siano avvicinati alle propaggini dei Black Crowes…Vogliamo infine riferire dell’ispido riff garage-rock di “Love”? Forza, applaudiamo l’Ultimo dei Banditi e chi ha proiettato un fascio di luce sulle sue gesta.

12 Commenti

  • Daniele Follero ha detto:

    E chi se non Il grande Beppe Riva poteva ricordarci una band come i Last Bandit?! Passano gli anni ma resta un piacere immenso leggerti…

    • Beppe Riva ha detto:

      Ma sei il Daniele Follero autore de “La storia di Hard Rock & Heavy Metal” edita dalla Hoepli? Allora mi levo il cappello! Ti ringrazio molto del complimento e penso che la tua citazione farà altrettanto piacere alla band. Un caro saluto

  • Roberto torasso ha detto:

    Ciao Beppe purtroppo il rock duro in tutte le sue diramazioni non ha mai avuto un mercato che non sia di élite e tutto ha avuto uno sviluppo amatoriale e underground e questo è uno dei tanti esempi che anche da noi di gruppi validi ce ne sono stati e ce ne sono, mi viene in mente i grandissimi Elektradrive e “Due” un esempio di rock di classe che non aveva da invidiare a nomi più blasonati…. Purtroppo il caso dei Maneskin è esemplare di come viene visto il rock in Italia… Tristezza..

    • Beppe Riva ha detto:

      Ciao Roberto. Concordo su tutta la linea. Verrebbe di aggiungere…purtroppo! Stante la tristezza di tali considerazioni. Grazie

  • GIUSEPPE ha detto:

    Ciao Beppe
    grande ristampa.
    possiedo la cassetta Vicious .
    Io li ho visti quando erano in attività.
    Mitica la loro serata di spalla ai Dogs D’amour al Prego di Milano.
    se vi piace lo street dovete averli.
    Giuseppe

    • Beppe Riva ha detto:

      Ciao Giuseppe. La cassetta che hai era più diffusa, mentre il demo del 1996 e’ circolato assai poco. L’accoppiata live con i Dogs D’Amour decisamente riuscita. Grazie

  • Renato Ortiz ha detto:

    Ciao Beppe, ben ritrovato. Grazie della segnalazione. Non li conoscevo affatto, ma ho sentito qualcosa su you tube e, vista la tua recensione che fa venire voglia di ascoltare tutti i brani, ho deciso di acquistare il cd.
    Un abbraccio alla prossima

  • Renato ha detto:

    Ciao Beppe non li conoscevo affatto, se me li consigli penso di acquistare il CD. Un abbraccio e a presto.

  • Alessandro Ariatti ha detto:

    Non li conoscevo, Beppe, evidentemente all’epoca mi erano sfuggiti (incredibile dictu, visto che divoravo ogni notizia). Gran bel pezzo, approfondiro’ sicuramente perché adoro il genere. Thanks, master.

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