E' scomparso per tumore il chitarrista che ha cambiato il corso della chitarra elettrica.
Nei settanta frequentavo un negozio di dischi, tra i cento, dove lavorava un caro amico. In quel momento i miei gusti erano primariamente incentrati su voce e chitarra. Un disco veniva giudicato più su quelle due basi che su tutto il resto. Ero ancora da sgrezzare, lo ammetto, anche se potevo vantare di avere interessi estremamente variopinti. Ma un bel suono di chitarra mi emozionava sempre fin dal primo impatto. L’amico si affacciò sulla porta e mi obbligò a entrare. Sul piatto girava il primo disco di Van Halen. Impossibile non restarne colpiti. Misi insieme il budget e il giorno dopo mi portai a casa una copia di importazione…dunque più cara… di quel disco. Come per tutti Eruption fu un pugno nello stomaco. Nessuno aveva mai suonato così. Era evidente che quel tipo di cui non sapevamo nulla o poco, avrebbe condizionato il rock a venire. E così è stato.
Ho tanto apprezzato Eddie per aver spinto avanti il rock and roll, quanto odiato per aver dato vita a milioni di cloni, forse più veloci, forse anche talvolta più tecnici, ma completamente vuoti dentro. Privi di anima e assolutamente non in grado di coinvolgere emotivamente, centinaia di chitarristi in grado di fare scale alla velocità di una palla di 30-06 ma che non ti avrebbero mai saputo dare un briciolo dell’emozione che Eddie Van Halen sapeva dare.
Il verbo “amare” per me è limitato a una manciata di artisti veramente speciali; con i VH ci sono andato molto vicino, pur non riuscendo mai a farli salire nel mio olimpo personale. Indubbio, però, che il rock odierno sarebbe molto diverso se quel ragazzo olandese naturalizzato statunitense avesse scelto un altro strumento. Il suo peso nel mondo del rock è incalcolabile, che tu sia o meno preso dai pezzi del suo gruppo. Per un certo periodo non posso negare di esserlo stato. Il mio personale tributo lo pagai nel 1995 organizzando le riprese di un concerto dei Van Halen quando alla voce c’era Sammy Hagar, una cosa che in questo paese dovrebbe essere chiamato una atto di incoscenza più che di coraggio.
Odio scrivere i “coccodrilli”. Non tanto perché davanti alla morte tutti devono sembrare bravi e imprescindibili, ma perché ad ogni artista che vola via e che si aggiunge al Grande Concerto Nel Cielo, se ne va un pezzo della nostra vita. Parlando per chi crede fermamente che la Musica sia il più grande dono di Dio.
E quando la vita se ne va, con essa aumenta la consapevolezza del nostro tempo che trascorre. Che siamo, purtroppo, anche noi fragili e di passaggio.
Mi dispiace Eddie, davvero. Ho ascoltato e recensito molti tuoi dischi, sempre, sinceramente colpito. Oggi ti renderò omaggio ascoltando vecchie note che rimarranno cristallizzate per sempre.
Per me Jimi Hendrix ha rivoluzionato il blues elettrico, creando dal niente anche un suono della chitarra rock con cui si sono confrontati milioni di musicisti; Van Halen ha saputo prendere in mano quella musica modificando il corso del rock. Questa è la realtà.
Sul web ho letto centinaia di ricordi, di pensieri, migliaia di parole. Queste che vi ho velocemente tradotto sono a mio parere il più limpido, onesto tra tutti i ricordi che ho visto. Le parole sono di Warren Haynes, chitarrista dei Government Mule; le ho trovate perfette per centrare il peso del lavoro di Edward Van Halen.
In memoria di Eddie Van Halen
“C’è una manciata di persone cui, con il proprio strumento musicale, possiamo attribuire il merito di aver effettivamente cambiato il corso di quello strumento. Ovviamente Charlie Parker ha cambiato il sassofono contralto. Coltrane ha cambiato il sassofono tenore. Jaco Pastorius ha cambiato il basso elettrico. John Bonham ha cambiato il mondo della batteria rock. Potrei andare avanti, ma avete capito. È un’impresa straordinaria per qualsiasi artista avere quel tipo di impatto e influenza sul suo strumento … Ma parliamo della chitarra elettrica. L’avvento della chitarra elettrica ha cambiato la musica, probabilmente, più dell’avvento di qualsiasi altro strumento. Le infinite combinazioni di suoni e tecniche hanno permesso a tutti di cercare il proprio atteggiamento che ha aperto un intero nuovo mondo di espressioni e possibilità musicali. Forse sono di parte, ma secondo me la chitarra elettrica ha salvato la musica moderna. Quindi, quando parliamo di un piccolo pantheon di persone che hanno cambiato la chitarra elettrica, questa è un’impresa importante. Monumentale!
Ricordo ancora la prima volta che ho sentito Van Halen. Era a una festa ad Asheville, la mia città natale. Il primo album di VH era appena uscito e la gente era entusiasta della musica e della chitarra di Eddie in particolare. Non sono mai pronto ad aggiungere qualcuno di nuovo alla mia lista di chi considero grandi chitarristi, ero un po’ restio ma pronto a dargli una possibilità. Ad un primo ascolto, posso ammetterlo ora, rimasi piuttosto impressionato ma non ancora pronto a cedere al clamore. Era ovvio che quello che stava facendo era eccezionale, ma stava usando molta distorsione, quindi non ero convinto che lo stesse davvero facendo, in senso tecnico … finché non sentii Eruption. Dannatamente perfetta! Quello è il momento in cui sono rimasto colpito. Era un nuovo giorno nel Rock ‘n’ Roll. Era un nuovo giorno nel suonare la chitarra elettrica. Poi più tardi quando sentii Spanish Fly (da VH2) MIO DIO pensai !!! Sa suonare quella merda anche con la chitarra acustica.
Avanti veloce. Non importa quali siano i tuoi gusti, specialmente se hai una certa età, forse la musica di VH non faceva per te ma dovevi ammettere che era una cosa perfetta! Personalmente non ho mai considerato EVH come una grande influenza sul mio modo di suonare poiché il mio stile era già abbastanza sviluppato quando ho scoperto la sua musica, ma sono sempre stato un grande fan del suo virtuosismo. Devo anche sottolineare che, come nel caso dell’emergere di qualsiasi nuova musica o nuovo musicista altamente innovativo e rivoluzionario, presto le radio sarebbero state inondate da un miliardo di imitazioni, la maggior parte delle quali sarebbe impallidita rispetto al progenitore . Questo è successo in ogni momento della storia, quando qualcuno ha cambiato il corso di un genere o qualcuno ha cambiato il corso di uno strumento. È accaduto anche storicamente con la scrittura delle canzoni. Quando qualcuno arriva con un approccio nuovo e innovativo alla scrittura di canzoni, improvvisamente appaiono le imitazioni. È così che è stato con Van Halen, sia con la musica di Eddie che con la musica stessa. Questa inondazione ha lasciato l’amaro in bocca a molti fan accaniti della musica, me compreso, ma ancora una volta Eddie è stata la catarsi per il cambiamento – da non incolpare per ciò che è seguito – e VH è stato il punto focale.
Ho visto solo Van Halen, la band, esibirsi due volte: una all’inizio degli anni ’80 ad Asheville e una volta alcuni anni fa quando hanno riformato la band originale. Tutti e quattro i membri di Gov’t Mule si trovavano a Los Angeles in quel momento e fummo invitati al Forum per vedere quello che chiamavano uno spettacolo di prove generali per “amici e familiari”. Essere lì a guardare Van Halen in un’arena da 20.000 posti con solo 700 fortunati partecipanti è stata una vera esperienza. Eddie ha suonato in modo brillante. L’intera band suonava alla grande, come quando li vidi per la prima volta diversi decenni prima. Era qualcosa che ricorderò per sempre.
Non ho mai conosciuto Eddie – non ho mai avuto l’opportunità di incontrarlo – ma in quanto persona che ha studiato musica da quando ho avuto il pallino da bambino sono costretto a dire che la perdita di Eddie Van Halen oggi è indescrivibile! L’elenco di coloro che hanno cambiato la traiettoria della chitarra elettrica è breve e se ne può ragionare a lungo, sicuramente ne sto tralasciando alcuni (cosa di cui non dubito) ma in questo, Eddie è affiancato da artisti del calibro di Charlie Christian, Les Paul e Jimi Hendrix e pochissimi altri. Eddie ha cambiato la chitarra elettrica. Eddie ha cambiato il rock’n’roll. Il rock’n’roll ha cambiato il mondo. Avete domande? WH!
La prima volta che andai a vederlo dal vivo e chiaramente a pochi metri dal palco, pigiato sudato e stretto, con stivali con 7cm di tacco che mi permettevano quei 180cm di altezza sognati per anni e mai raggiunti, a fianco sbattei contro un paio dei componenti dei Pooh, contro Vasco rossi, mentre passavano voci, prima che comparisse, che c’erano vari nomi solitamente presenti a Sanremo (anche la mia idolossima Anna Oxa), tutti quelli di Elio e le storie tese, e così via.
Perché Eddy Van Halen lo volevano vedere tutti, era un alieno.
Non era solo una questione di tecnica chitarrista, io ero dentro quel mondo e si sapeva che c’era Michael Hedges, Allan Hollsdworth, Pat Metheny, John Mc Laughlin e chissà quanti altri che avevano rivoluzionato la chitarra quanto lui, dei Geni insomma.
Eddy però era arrivato sui palchi in un momento in cui non si volevano più gli assoli (anche dopo, con Talkin heads e Nirvana, e oggi, ogni tanto si ripete la condanna all’assolo), solo che lui per riempire la traccia di un disco troppo corto aveva tirato fuori Eruption, e per farvi in esempio, é come se qualcuno detesti il mare e venga catapultato in Micronesia. Una mia atleta che sente solo ed esclusivamente Rap e Trap e non sa cosa sua il rock ha pazientemente accettato 4 mesi fa di sentire Eruption, e ha commentato con il solo modo possibile
Wow.
Eruption era cortissima, poi Van Halen negli anni a seguire tirò fuori, sempre cortissime, Spanish Fly e Cathedral.
È live mise tutto insieme aggiungendoci spettacolo, così che i’assolo arrivava a questa durata qui.
E ricordo bene la faccia del chitarrista dei Pooh, allora primi in Italia, era quella di un bambino felice.
C’erano anche studenti del conservatorio, musicisti jazz, e naturalmente tantissimi come me incapaci di farcela, a suonare. Dio come non ero portato… Avrei voluto, ve lo giuro, non capire una mazza di alcuna materia al mondo, essere uno speranza, , ma saper suonare chitarra o piano o violino. Ma ero proprio assolutamente negato. Niente in me era coordinato…
Lui era qualcosa di mai visto, a quei tempi fui rapito da tanti fuoriclasse, impossibile fare una classifica fra Pat Metheny, Lyle Mays, Chick Corea, Geoff Tate, Jimmy Barnes… Giganti
Giganti.
Eddy fra tutti era quello che si pigliava più spazio, e non era per vantarsi, lo chiedevamo noi.
Noi tutti volevamo essere rapiti da una sola persona.
Sapete, é strano come possa associare Eddy Van halen a Emilio Gatti, ma caratterialmente e genialmente erano proprio identici. Ridevano entrambi sempre, erano in un Olimpo di irraggiungibile genialità, arrivavano in pochi secondi dove il resto dei migliori avrebbe impiegato anni. Entrambi potevano fare molto di più, anche come successo dico, se avessero avuto la tempra del carrierista. Di colui che strizza l’occhio al riconoscimento. Oh certo, erano riconosciuti come numeri 1, ma credetemi, non avevano la ferocia volontà di esserlo. Accadeva.
È perché oggi mi viene in mente questo assolo?
Perché un anno fa erano appena morti due fratelli di mia mamma, per covid, ed ero andato a trovare i miei, psicologicamente devastati. Mio padre stava benissimo, e lo sarebbe stato fino a metà luglio, ma aveva dentro di sé da chissà quanto il tumore.
Io avevo appena cambiato opinione su chi governava, avevo avuto fiducia in loro ma il lockdown fatto in quel modo era assurdo, soprattutto verso i ragazzi, e ovviamente gli anziani morivano, rinchiusi insieme a chi era già contagiato. Avevo dettato normali regole ai miei, e non capivo perché non fossero seguite, erano banali.
Insomma ero cupo pure io, e loro affranti.
Ma sono un buon cantastorie, un buon narratore.
Così mi venne da dire a mia mamma che la rivalsa può scaturire dallo Spirito, e gli parlai di questo ragazzo che aveva subito in Olanda razzismo, che non aveva soldi per una bella chitarra e con un cacciavite armeggio’ su elettronica da due dollari e una chitarra low cost per tirare fuori un suono mai sentito prima. Gli dissi che stava combattendo contro il cancro, che era sempre stato uno spirito selvaggio.
Misi su questo video, e mia madre… Ne fu rapita.
Dal gg dopo cominciò a fare oltre 10km al giorno in casa, 3 locali… Una volta sfiorò i 15. Mio padre la metà.
Perché quando vedi un esempio di talento e ed energia così, Solo i mediocri non ne ricavano energia positiva.
Va da sé che se qualcuno al governo pensasse alla salute psicologica dei nostri ragazzi riempirebbe la TV e i social di cose così, e permetterebbe concerti e film all’aperto, e non avremmo un solo morto in più ma certamente meno depressione e rabbia. Ma un carrierista mediocre pensa solo a rinchiudere le persone, non a farle star bene.
Vedete, Eddy Van Halen, sul palco, ci faceva star bene per mesi… Non c’è lezione più olistica di questo assolo, perché filosofia, matematica, fisica e scienze motorie sono fuse in questi minuti in un’eruzione di Storia. https://www.youtube.com/watch?v=L9r-NxuYszghttps://www.youtube.com/watch?v=L9r-NxuYszg
…questo non è solo un commento : è un ottimo “Ricordo perfettamente” . 🙂
Ciao Giancarlo,
cosa posso dire in aggiunta a quello che hai detto te. Appresa la notizia i miei pensieri sono andati direttamente alla recensione che fece Federico Ballanti su Ciao 2001 del primo LP nel 1978. Una frase mi colpì all’epoca e cito a memoria, sono passati 42 anni, recita più o meno così “Edward Van Halen il chitarrista che di colpo ha fatto diventare vecchi tutti gli altri”.
Dicevo a mia moglie che mi ha visto visibilmente stralunato, se Jimi ha rivoluzionato la chitarra elettrica, Eddie ha rivoluzionato la chitarra rock, non avevo letto nessuna dichiarazione visto non sono social e a 60 anni capita, ma leggere che un chitarrista del calibro di Warren Haynes ha scritto una cosa simile, ovviamente più completa, mi ha dato un pizzico di amara soddisfazione.
Vedere andar via Eddie mi ha ferito più di Lemmy, David Bowie, Neil Peart, Chris Cornell, Tom Petty tanto per citare alcuni monumenti della musica, è come se qualcuno mi ha strappato qualcosa di mio senza che io potessi fare nulla.
“E quando la vita se ne va, con essa aumenta la consapevolezza del nostro tempo che trascorre. Che siamo, purtroppo, anche noi fragili e di passaggio”.
Grazie di queste parole, è il mio stato d’animo attuale.